cercando asilo


Osawa B Nigeriano la sua vera storia. True story. Refugee

Osawe B. Nigeriano, mi racconta la sua storia aggrappandosi quasi fisicamente al foglio su cui l'aveva scritta per non confondere le date, i dettagli che dovrà riferire alla commissione.

Io so già che la sua domanda di asilo avrà esito negativo, anche se riuscirà a non fare errori e a riportare con precisione le circostanze e i particolari del giorno in cui ha dovuto uccidere un uomo che cercava di violentare sua moglie incinta.

I nigeriani hanno tutti negativo in commissione.

Io lo so già.

Lui no, e scorre il dito sul foglio per non confondere i particolari della sua storia.

Quella dell'asilo politico è la piccola finestra attraverso cui si cerca di fare passare tutto il flusso migratorio proveniente da un paio di continenti, in assenza di altre forme di regolamentazione di questo fenomeno storico di portata enorme.

Generazioni intere lasciano paesi devastati ma ogni altra forma di legislazione che normi l'immigrazione è stata cassata.

Solo il diritto di asilo non è comprimibile, poiché questo equivarrebbe a rimettere in discussione la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quindi....questa è diventata la prima linea della storia del nostro tempo.

Chi vuole entrare in europa deve passare da qui.
Mi sento nel ventre della storia in questa stanza con Osawe.

Mi sento nella pancia della bestia.

L'immagine che mi viene alla mente è una scogliera sull'oceano, e una piccola imboccatura per accedere ad una baia.
Le onde si infrangono sugli scogli. Solo poche riescono a centrare lo stretto passaggio e a raggiungere la spiaggia.

"It was april fifteen...fifth month...no...may. It was may."
Osawe ha fatto solo le scuole elementari e non è abituato a sostenere esami o interviste. E' molto nervoso. Non è a suo agio con numeri o date.

In nigeria faceva il barbiere. Cioè, aveva una macchinetta tagliacapelli. Ci manteneva la sua famiglia. Avrà venticinque, ventisei anni. E' un ragazzo semplice, finito risucchiato in un meccanismo assurdamente complesso.

Ora si aggrappa ad un foglio di carta scarabocchiato, sforzandosi di non fare errori.

Più tardi telefonerà alla moglie, rimasta in nigeria nel villaggio paterno, per chiederle conferma di una data, del giorno in cui le ha dato un bacio e ha preso un pullman per Kano, verso il nord, verso il deserto, verso l'ignoto.

Verso la storia.

-Damiano Zamboni-

 

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